SIROLO
Perla dell’Adriatico
PERCHÉ SIROLO
Un’accogliente località turistica al centro della Regione Marche che con il suo suggestivo paesaggio, con il Monte Conero, con le sue spiagge e con i suoi inconfondibili faraglioni della Baia delle Due Sorelle, domina la Riviera del Conero e il Mare Adriatico.
DOVE SI TROVA
Situata ad una altitudine di 125 metri sopra il livello del mare, dista 19 chilometri dal Porto di Ancona e 30 chilometri dall’Aeroporto “Raffaello Sanzio” di Ancona-Falconara.
Si raggiunge comodamente in auto percorrendo l’A14 Bologna-Taranto e uscendo ai caselli di Loreto-Porto Recanati e Ancona sud-Osimo.
Chi preferisce percorsi più panoramici può arrivarci percorrendo la SP1 del Conero o la SP2 Senigallia-Sirolo.
LA SUA STORIA
Pochi sanno che a Sirolo sono state rinvenute le tracce di presenze umane risalenti a ben 100 mila anni fa che pare siano state lasciate da una delle più antiche civiltà che popolò in era preistorica la Regione Marche.
Recentemente in una zona del Conero i ricercatori dell’Università di Camerino hanno rinvenuto undici orme terminanti con una serie di pinne di un dinosauro marino preistorico (battezzato dai ricercatori “Siro” in onore di Sirolo) risalente a 110 milioni di anni fa.
Dal IX al III secolo a.C. vissero a Sirolo i Piceni che costruirono sul suo territorio molte caratteristiche abitazioni e necropoli.
Nel IV secolo a.C. dimorarono a Sirolo i Greci e chiamarono il Monte Conero “Komaros” (chiamato in seguito dai Romani “Cumerium”).
Anche i Romani si insediarono a Sirolo, ne apprezzarono le ricche messi e il suo buon vino e costruirono l’acquedotto e le ville.
Nel Medioevo, grazie al suo particolare sistema viario a graticcio, ai suoi vicoli, alle sue torri e alla imponente cinta delle sue mura perimetrali, Sirolo divenne una importante roccaforte inespugnabile. I sirolesi vi costruirono nel sottosuolo una serie di gallerie che divennero una vera e propria città sotterranea in cui, durante i vari assedi, vivevano e riuscivano finanche a svolgere i loro commerci.
Nell’era medioevale Sirolo fu uno dei più importanti luoghi d’incontro dei movimenti francescani e di altri ordini monastici che vi si rifugiavano per sfuggire alla persecuzione.
Nel 1038 i feudatari di Sirolo, i Conti Cortesi (nobili di origine franco-germanica), donarono ai monaci benedettini la badia in cima al monte (che è l’attuale Badia di San Pietro al Conero) e il suo terreno circostante. I benedettini vi rimasero sino al ‘500. Vi subentrarono poi i Camaldolesi e i Gonzaghiani. I due ordini entrarono in un conflitto e i Gonzaghiani si ritirano a seguito dell’incendio del tetto della badia. I Camaldolesi restarono sul Conero fino al ‘800.
Nel 1225 i Conti Cortesi cedettero Sirolo ad Ancona in cambio del loro ingresso nella nobiltà anconetana.
Nel 1353 Sirolo respinse l’attacco delle milizie predatrici del Capitano di Ventura Fra’ Morreale e nel 1414 resistette agli assalti dei Malatesta di Rimini.
Si narra che le truppe dell’Imperatore Federico Barbarossa abbiano dovuto desistere dall’intento di conquistare Sirolo dopo averla assediata per ben tre giorni.
Il Castello di Sirolo, già dimora dei Conti Cortesi, resistette a catastrofi naturali e invasioni barbariche, rimanendo intatto e inespugnato. Per tutto il Medioevo e fino al ‘600 beneficiò di una sua autonomia basata su veri e propri statuti di autogoverno. Tale situazione cessò quando Sirolo passò sotto il dominio dello Stato Pontificio.
DA VEDERE E VISITARE
Sirolo si presenta agli occhi dei visitatori con lo stesso aspetto e lo stesso splendore che aveva in era medioevale. Il suo castello, le sue torri e le sue mura permettono ai visitatori di immergersi magicamente nell’affascinante atmosfera del Medioevo. Il suo centro abitato si estende con le sue vie e i suoi vicoli al di là della cinta muraria medievale. Una caratteristica strada collega la piazza centrale all’estrema periferia, là dove le vigne lambiscono ancora le porte delle case, come avveniva secoli fa.
Grazie alla sua particolare posizione geografica Sirolo è divenuta ormai da tempo meta ambita di turisti italiani e stranieri attratti dal suo splendido mare, dai suoi scogli, dalle sue spiagge e affascinati dalla sua gloriosa storia testimoniata ora dal suo incantevole centro abitato, dal suo patrimonio architettonico e archeologico.
La Cinta muraria
Risalente al periodo tardo-medioevale, ancora oggi si estende lungo il borgo nella parte meridionale e in via Grilli.
Essa rappresenta la principale testimonianza dell’antico castello di Sirolo, eretto intorno all’anno 1000 a scopo difensivo contro le invasioni di barbari e pirati e poi entrato nel sistema difensivo dei Castelli di Ancona.
Nei pressi del Teatro Cortesi la cinta è caratterizzata da un torrione e due archi a sesto acuto che fanno da ingresso meridionale a Sirolo.
Anche i vicoli del borgo rappresentano una testimonianza dell’antico Castello, nel Medioevo al di sotto di essi i sirolesi costruirono una rete sotterranea in cui potevano rifugiarsi in caso di capitolazione.
La Chiesa di San Nicola di Bari (o San Nicolò)
Si trova all’imbocco di piazza Vittorio Veneto, dopo l’incrocio tra via Giulietti e via Grilli. Realizzata in stile neoclassico con la caratteristica forma a croce latina, è affiancata da un campanile con cupola a cuspide. Venne edificata nel 1765 sui resti di un edificio religioso del 1230 per volontà del vescovo Arnolfo sotto il pontificato di papa Alessandro VII.
All’interno si possono ammirare un crocifisso ligneo del Cinquecento, l’organo del 1723, la pala d’altare raffigurante San Nicola di Bari con la Vergine sul tetto della Santa Casa di Loreto e la copia della Madonna col Bambino di Rubens e di Carlo Maratta.
La Chiesa del S.S. Rosario
Sorge nel centro storico del Paese, lungo via Italia, poco prima dell’Arco gotico.
Edificio realizzato tra il 1603 ed il 1613, in stile barocco, conserva il Bambinello del Perdono, protettore dei mezzadri e una Madonna della Misericordia attribuita a Pompeo Morganti.
In un’urna dell’altare maggiore si trovano le spoglie del Beato Pietro da Treia e il Cristo ligneo portato ogni anno in processione.
La Badia di San Pietro al Conero
Sorge in cima al Monte Conero accanto all’ex convento dei Camaldolesi, oggi riconvertito in albergo. Costruita dai monaci benedettini, viene citata per la prima volta in un atto del 1037.
L’edificio è realizzato con pietra del Conero in stile romanico, ha una struttura a tre navate, reca una decorazione esterna semplice ed ha un campanile che si distacca dalla sua navata di destra.
Villa Vetta Marina
Si trova a sud del centro storico, lungo via San Francesco, a 98 metri d’altezza, a picco sul mare. Sorge sui resti di un convento francescano, cui unica testimonianza rimasta è la cappella prospiciente la strada.
Secondo la tradizione San Francesco d’Assisi vi soggiornò nel 1215 predicendo la venuta della Santa Casa dalla Palestina a Loreto. Secondo la leggenda, infatti, la dimora della Vergine Maria, la Santa Casa, sarebbe stata trasportata prodigiosamente dagli Angeli nella notte tra il 9 e 10 dicembre del 1294 a Loreto, dove è ancora oggi è conservata all’interno della Basilica della Santa Casa.
Si narra che i due olmi ancora presenti nel parco siano stati piantati proprio da S. Francesco durante la sua permanenza a Sirolo.
L’edificio è una costruzione rettangolare, costituita da grandi finestre e fregi di mattone rosso, affiancata da una torre con l’orologio.
Teatro Cortesi
Sorge nella parte meridionale del centro storico, inserito all’interno della cinta muraria cittadina. Dedicato ai Conti Cortesi, feudatari di Sirolo nel corso del Medioevo, l’edificio venne realizzato con pietra del Conero nel 1873.
All’interno la sala degli spettacoli, a forma di ferro di cavallo, ospita 220 posti ed è sormontata da una galleria di colonne doriche.
Teatro alle Cave
È una ex cava del Monte Conero trasformata in un teatro all’aperto con tanto di palcoscenico, di platea con poltrone e capienza di 2500 persone, di biglietteria, camerini e servizi igienici.
Dall’anno 1985 viene proposta una rassegna teatrale che prende il nome di “Rassegna di Teatro alle Cave”.
Durante le notti di estati sirolesi si sono esibiti in questo splendido scenario artisti della caratura di: Corrado Pani e Carmelo Bene, Valeria Moriconi, Carla Fracci, Gigi Proietti, Nino Manfredi, Roberto Benigni, Giorgio Panariello, Fiorello, Lucio Dalla e Francesco De Gregori.
A riflettori spenti è invece lo spettacolo della natura selvaggia dell’ex cava che va in scena ogni notte sotto i riflettori del cielo stellato e della luna.
La Necropoli picena
In località “i Pini”, tra le sepolture rinvenute si distingue una tomba monumentale a circolo denominata la “Tomba della Regina”. Costruita su un’area funeraria di oltre 40 metri di diametro, rappresenta la più grande tomba gentilizia a circolo fino ad oggi rinvenuta.
Nelle fosse presenti all’interno della tomba sono stati rinvenuti due carri, una biga e un calesse; i resti di una coppia di muli e numerosissimi oggetti di ornamento riferiti alla dama, suppellettili e utensili di uso domestico.